La Biblioteca delle Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere e Filosofia nasce insieme all’Università degli studi di Milano solo nel 1925, su un nucleo originario preesistente che è quello delle collezioni dell’Accademia scientifico-letteraria, già attiva dal 1863 e transitata nella Biblioteca di lettere e filosofia.
Nel 1925, al momento di passaggio all’università, la consistenza della raccolta è di circa 24.000 volumi.
Il primo bibliotecario, Francesco Carta, riceve l’incarico di organizzare una biblioteca che serva la Facoltà di Lettere, ma anche quella di Giurisprudenza di nuova formazione ed è lui ad avviare lo sviluppo delle collezioni giuridiche. Tra i primi fondi sui quali fu costruita la raccolta di giurisprudenza si possono ricordare 7.500 volumi appartenuti a Emanuele Segre e altri 7.500 della Biblioteca del Senato milanese, dei secoli XVI-XVIII.
Carta è il primo a organizzare l’ingresso di doni e scambi e a disporre le schede in cassette. La crescita del patrimonio librario è continua: nel ‘32 risultano 24.000 ingressi e 4.500 consultazioni e in questi primi anni la biblioteca viene arricchita da numerosi lasciti di materiale di pregio.
Per un breve periodo la biblioteca è retta da due "commissioni di vigilanza" formate da docenti delle due facoltà - una forma simile a quella che vige ora - anche se presto vengono sostituite da due direttori scientifici.
Il lavoro del Carta è complicato da quelle che saranno sempre le difficoltà della grande Biblioteca: i continui cambi di sede, la carenza di personale, il ricorso alla catalogazione “a cottimo”, ma la sua fatica maggiore è l’integrazione del materiale esistente con il nuovo.
Gli sforzi dei primi bibliotecari, che dopo Carta non sono professionisti, sono volti sempre a lavori di riordino e di integrazione: la biblioteca cresce principalmente con l’acquisizione di grandi fondi e donazioni, c’è scarsità di finanziamenti e poca possibilità di selezionare materiale da acquistare. Mancano inoltre criteri precisi per la gestione e la crescita.
Nel 1935 il nuovo direttore Cartigliani, da buon amministratore, riordina il materiale, istituisce gli schedoni degli scambi, fa costruire dei mobiletti per gli schedari, cosicché intorno al 1938 un’organizzazione più razionale facilita la fioritura della biblioteca negli anni prima della guerra: dai 100.000 volumi del 1937 si arriva ai 125.000 volumi e 280 periodici del 1940. La struttura è aperta a professori, studenti ed esterni ed esiste un servizio di prestito rivolto anche ad essi.
Gli anni della guerra sono durissimi ovunque e nel 1942 i bombardamenti danneggiano pesantemente la biblioteca, si perdono libri e cataloghi, perché distrutti o rubati, molto materiale risulterà disperso per molti anni. La rifondazione dopo la guerra è difficoltosa e durerà a lungo, perché come sempre c’è poco personale ed è complicato effettuare le necessarie nuove acquisizioni, recuperando anche i danni.
Solo nel 1958 la Biblioteca trasloca in via Festa del Perdono e nel 1959 la nuova direttrice, Giuliana Sapori, trova una conduzione “artigianale” in locali poco adatti, con pochi mezzi e poco personale. Tra il 1961 ed il 1969 si succederanno ancora vari spostamenti, fino ad arrivare alla sede odierna.
Si sente l’esigenza di uno svecchiamento e di uno sveltimento delle procedure per far fronte all’ingresso di grandi fondi e dei nuovi acquisti.
In verità Giuliana Sapori, che proviene dalla Biblioteca Nazionale di Firenze, compie una vera e propria rivoluzione, istituendo il catalogo su schede in formato internazionale e soprattutto basato su regole stabilite.
Per mezzo di supporti tecnici moderni e con l’acquisto e l’impiego di adeguati strumenti di lavoro e consultazione bibliografica, rifonda una biblioteca centralizzata, munita di un catalogo unico basato su criteri professionali, garantendo anche il controllo bibliografico dei fondi librari che rapidamente crescono presso gli istituiti scientifici delle due facoltà.
Sapori valorizza la professionalità del bibliotecario catalogatore, vista come mezzo indispensabile per rendere correttamente disponibili i materiali posseduti. Si occupa anche di organizzare un efficace servizio di prestito che garantisca l’accesso anche ai libri collocati negli istituti.
Nel corso dei 23 anni della sua direzione cerca di risolvere i problemi creati dalla sovrapposizione di interventi compiuti nelle diverse fasi della storia della biblioteca, ponendo particolare attenzione alla schedatura del materiale antico. (1)
Con gli anni '80 inizia in Italia la grande impresa di automazione del Servizio Bibliotecario Nazionale. Grazie a Sapori e al suo impegno anche a livello nazionale per il progetto SBN, la biblioteca svolge un ruolo di guida, sia in Ateneo che in ambito esterno, per quanto riguarda la catalogazione.
Quando Giuliana Sapori lascia la direzione della biblioteca, nel 1982, il patrimonio complessivo raggiunge i 595.000 volumi. (2)
Dopo un breve intermezzo sotto la direzione di Maria Grazia Arrigoni, nel 1987 Giuliana Giustino eredita il compito di gestire il cambiamento in BGLF.
E’ del periodo lo sviluppo dell’automazione di tutti i servizi della biblioteca e delle biblioteche di istituto circostanti la sede centrale in via Festa del Perdono. (3)
Giustino si occupa di riorganizzare tutti i servizi centralizzati di catalogazione, gestione dei periodici, prestito e prestito interbibliotecario. L’automazione permette di istituire servizi bibliotecari di base anche nelle sedi decentrate, dove prima esistevano collezioni ordinate, ma accessibili solo indirettamente.
Si avviano anche le prime esperienze di automazione del controllo degli accessi e di gestione di cd-rom in rete locale. (4)
Sempre sotto la direzione di Giustino dal 1990, presso l’antica Crociera del Filarete finalmente restaurata, vengono allestite due grandi sale di consultazione: con grande sforzo comune delle due facoltà si riuniscono così collezioni vecchie e nuove, per offrire a scaffale aperto un imponente patrimonio bibliografico nell’interesse della ricerca scientifica.
Tutto questo avveniva anche grazie all’entusiasmo e alla passione di Silvana Boschi, una brillante bibliotecaria che, impegnata in prima linea nell’organizzazione dei nuovi servizi di consultazione della Crociera, introduce e sperimenta in BGLF moderni servizi di reference e informazione bibliografica. Alle due sale di consultazione già nel 1993 si aggiungerà la sala della Common law, dove vengono trasferite le più importanti collezioni sul diritto anglo-americano e dell'Unione Europea.
Negli ultimi 20 anni lo sviluppo è stato continuo e le collezioni conservate nelle sale di consultazione continuano a garantire un supporto alla ricerca di alto valore scientifico.
Nel 1995 Giustino porta a termine il progetto del catalogo online (OPAC), completando così la grande trasformazione dei servizi bibliotecari d’Ateneo.
Mentre Giuliana Giustino nel 1996 viene destinata ad occuparsi del riordino e dello sviluppo dell’intero Sistema bibliotecario d’Ateneo, alla direzione della biblioteca le succede Maria Alessandra Dall’Era, che per 12 anni lavora al consolidamento dell’innovazione e al coordinamento del complesso sistema bibliotecario di Giurisprudenza Lettere e Filosofia, in fase di attiva riorganizzazione: Giurisprudenza trasferisce dalle biblioteche di istituto consistenti collezioni in un’ultima Sala di consultazione, realizzata sotto il Cortile del ‘700, e aumenta così la disponibilità diretta al pubblico del patrimonio di riviste e monografie giuridiche; Lettere e Filosofia invece si muove accorpando i fondi librari degli istituti per creare nuove grandi biblioteche dipartimentali.
Dall’Era segue per il progetto di recupero catalografico in SBN delle collezioni delle due facoltà e i necessari lavori di ricognizione e controllo; così nel 2002 l’OPAC d’Ateneo contiene l’informazione completa per tutte le biblioteche dell’area umanistica.
Sempre Dall’Era provvederà ad eliminare il vecchio catalogo cartaceo per autori (1925-1994), portando a termine un lungo progetto di riproduzione delle schede e di riversamento della copia su CD-Rom.
Alle collezioni cartacee si sono aggiunte naturalmente quelle digitali e BGLF ha avuto rilievo nell’ acquisizione e nell’offerta di materiale bibliografico elettronico sin dai primi anni ’90 con l’ acquisto delle prime opere su CD-Rom. Avendo avvertito tra i primi la necessità di condivisione delle risorse con la creazione di una rete locale, ha contribuito ad impiantare quella che oggi è la Biblioteca digitale d’ Ateneo e attualmente gestisce una vasta scelta di materiale digitalizzato, sia su supporto fisico che via web, in ambito umanistico ed interdisciplinare.
Dal 2009 la direzione è affidata a Lidia Diella che subito intraprende un'opera di riorganizzazione della biblioteca, razionalizzando i flussi di lavoro, armonizzando il funzionamento delle 5 sale e monitorando costantemente l'andamento delle attività.
Si occupa, inoltre, del miglioramento della sicurezza e della conservazione del patrimonio della biblioteca. Come fase preliminare si è intrapreso un lavoro di analisi e individuazione dei materiali pregiati che dovevano essere per primi oggetto di tutela. A tale fine si è decisa la ricognizione del posseduto di libri pubblicati entro il 1831 e un migliore utilizzo dello spazio idoneo esistente.
Sempre in quest'ottica si è proceduto al riordino dei depositi: pulitura, imbiancatura, ricollocazione del materiale secondo criteri di maggiore razionalità.
Diella incrementa il numero di posti e gli spazi disponibili per gli utenti, aumentando i posti studio e creando uno spazio dedicato alla consultazione in Sala Centrale e due nuove sale per lo studio di gruppo presso la Sala Crociera. Introduce poi il prestito del weekend e notturno per le collezioni giuridiche.
Per soddisfare una fondamentale esigenza degli studenti, istituisce la sezione dei testi d'esame di giurisprudenza, selezionati, acquistati e messi a disposizione con un prestito breve, per garantirne la più ampia accessibilità.
Individua, infine, l'esigenza di una più efficace comunicazione relativa all'organizzazione e ai servizi offerti dalla biblioteca. Crea, quindi, un gruppo di lavoro che si occupa di razionalizzare e uniformare segnaletica e cartellonistica delle sale e promuovere campagne di informazione sui servizi e orientamento dell'utente.
Da luglio 2013 a maggio 2021 è direttore Mario Di Bono e la biblioteca cambia nome diventando Biblioteca di Studi giuridici e umanistici.
Dal 1° giugno 2021 è nominata responsabile della biblioteca Maria Cristina Selva.
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