Storia della Biblioteca
La Biblioteca di medicina veterinaria nacque nel 1808 come Biblioteca della R. Scuola superiore di medicina veterinaria quando, abolita la Scuola di veterinaria minore del Lazzaretto, fu fondata la Scuola di istruzione per l’arte veterinaria e la economia rurale veterinaria nell’ex convento di Santa Francesca Romana.
Nel 1835, al tempo della prima riforma austriaca della Scuola attuata dal Direttore Prof. Laurin e successivamente nel 1871 sotto la direzione del Prof. Oreste, che iniziò la raccolta dei periodici veterinari francesi e tedeschi, si assistette a un primo accrescimento del nucleo iniziale di libri.
Nel 1879 la direzione della Scuola fu affidata al professor Nicola Lanzillotti-Buonsanti che rinnovò e ingrandì la biblioteca arricchendola delle più importanti pubblicazioni dell’epoca riguardanti quasi esclusivamente la medicina veterinaria, la medicina umana e l’agricoltura. Nel 1891 la biblioteca possedeva circa cinquemila volumi, riceveva una cinquantina di periodici italiani e stranieri e possedeva diversi volumi antichi e rari. Oreste Pupilli, allora segretario della Scuola, fu incaricato della compilazione del catalogo della Biblioteca in ordine di autore che fu pubblicato nel 1908 con lo scopo di soddisfare le richieste di professori, studenti e cultori della materia; questo lavoro rese necessario il riordino di tutte le opere alcune delle quali furono per quanto possibile completate. Gli acquisti fatti con la dotazione ordinaria e i doni contribuirono all’accrescimento della collezione, fra i donatori sono da ricordare lo stesso Direttore prof. Nicola Lanzillotti-Buonsanti, il prof. Enrico Sertoli e il prof. Carlo Müller.
Quando si trovava ancora nei locali di Santa Francesca Romana la Biblioteca affrontò un trasferimento per soddisfare le necessità dell’Istituto fisiologico e del Gabinetto di patologia medica e fu spostata dai locali della vecchia direzione a quelli al primo piano, precedentemente adibiti ad alloggio del direttore (Immagine 1). Questo trasferimento fece sì che la Biblioteca avesse a disposizione due sale da destinare ai periodici, un lungo corridoio e un’altra sala per i libri, una sala di lettura per i professori, che la utilizzavano anche per le sedute del Consiglio (Immagine 2), e una sala di lettura più piccola per gli studenti.
In questa sede trovavano posto inoltre diversi istituti e gabinetti secondo le diverse specialità.
Nel 1927, a seguito di un progetto risalente al 1912 che prevedeva di concentrare tutti gli istituti di insegnamento superiore nel quartiere noto come Città degli studi, la R. Scuola superiore di medicina veterinaria, allora sotto la direzione di Pietro Stazzi, fu trasferita dalla sede di Santa Francesca Romana agli edifici di nuova costruzione siti in Via Celoria 10 e più precisamente nell’edificio centrale che ospitava anche la Direzione, gli uffici di segreteria e amministrativi e l’aula magna (Immagine 3). Le palazzine presenti in questa sede vennero occupate dai diversi istituti e all’interno di ognuno di essi, trovò posto una piccola biblioteca necessaria alla didattica e alle ricerche relative allo specifico settore disciplinare.
Nella primavera del 1933, la R. Scuola di medicina veterinaria fu inglobata come Facoltà di medicina veterinaria nella R. Università degli studi di Milano senza sostanziali modifiche al suo assetto e funzionamento. La biblioteca prese il nome di Biblioteca centrale della Facoltà di medicina veterinaria.
A causa degli eventi bellici gli anni successivi risultano di difficile ricostruzione poiché i verbali del Consiglio di facoltà sono andati perduti; da scarse notazioni presenti negli annuari e dai documenti d’archivio sappiamo che nel 1935 Franco Landolfi fu bibliotecario unico della Biblioteca centrale della Facoltà di medicina veterinaria e della Biblioteca della Facoltà di agraria coadiuvato da un impiegato e da un bidello mentre nell’anno accademico 1936/1937 la responsabilità passò a Giacomo Pallavicino coadiuvato da un solo bidello. Nel marzo del 1940 Roberto Cartigliani ricevette l’incarico di riordinare la biblioteca rimasta chiusa nei mesi precedenti. Nell’a.a. 1941/42 la biblioteca venne affidata alla signorina Cesarina Barattini, coadiuvata da un bidello al quale successivamente se ne aggiunge un secondo, tuttavia, a causa degli eventi bellici, la signorina Barattini si ritrovò presto nuovamente sola nel suo lavoro. Nel 1947 la biblioteca, nel frattempo staccatasi da quella della Facoltà di agraria venne unita formalmente alla Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere e Filosofia fino al 1963 anno in cui acquistò la sua indipendenza.
Negli anni dal 1965 al 1970 il professor Luigi Leinati, collocato fuori ruolo, ricevette dalla Facoltà l’incarico di direttore scientifico con il compito di sovraintendere al funzionamento della biblioteca sempre affidata alla signorina Barattini.
Dal 1980 assistiamo a un periodo di grandi trasformazioni a cominciare dallo sviluppo edilizio che vede la biblioteca espandersi su quattro piani rispetto ai due inizialmente assegnati e dallo sviluppo delle collezioni e dei servizi offerti agli utenti che vedono un salto di qualità con il sopraggiungere dell’informatizzazione. Negli anni a seguire alla direzione si avvicendano diversi responsabili, l’organico viene potenziato e questo consente alla biblioteca di farsi carico anche delle biblioteche degli istituti, poi dipartimenti.
Il 25 settembre 2012 il Consiglio di Biblioteca approva all’unanimità dei presenti la modifica del nome della biblioteca da Biblioteca centrale della Facoltà di Medicina veterinaria a Biblioteca di Medicina veterinaria.
Nel settembre del 2019 la biblioteca si trasferisce dalla storica sede di Milano alla nuova sede di Lodi dove da alcuni anni è già attivo l’Ospedale veterinario e si svolge la maggior parte dell’attività didattica. Questo trasferimento è l’occasione giusta per procedere con l’accorpamento di tutte le collezioni, incluse quelle dipartimentali che diventano in tal modo completamente disponibili per gli utenti.
Nella nuova sede la biblioteca si colloca nella parte centrale del settore didattico, la struttura disegnata dal prestigioso architetto giapponese Kengo Kuma; qui gli spazi sono ampi e luminosi (Immagine 4), architettura e natura si fondono grazie all'impiego di materiali costruttivi come legno e vetro e alla presenza del verde delle campagne lodigiane e dell'acqua della Roggia Bertonica e del laghetto.